All’inizio degli anni 30/40 ebbe luogo un ritorno a stilemi più femminili e i moduli piatti ed angolosi dell’Art Decò si trasformarono in strutture più arrotondate.

Il polso si svestì dell’abbondante massa di braccialetti in voga negli anni precedenti per indossarne uno solo, generalmente un pezzo impegnativo, e si diffuse anche la clip, ornamento versatile per eccellenza.
Cartier dapprima adottò un disegno astratto , ma dal 1936 lo rimpiazzò con soggetti quali teste di moro con turbante, capi indiani, manine che porgono un fiore. Questo tipo di disegno figurativo ebbe un successone.

il 1937 segnò la data del ritorno del gioiello in oro giallo.

In quell’anno Van Cleef and Arpels lanciarono una linea di gioielli in stile a nido d’ape, che recavano minuscole schegge di diamanti e rubini incastonati in elementi a stella.
L’idea ebbe successo e sancì la fine della lunga supremazia del platino e dell’oro bianco.
Gli stilemi del gioiello in questo periodo sono generalmente massicci ed in essi è infuso un senso di movimento, in armonia con gli abiti alla “maschietto” del tempo.
Le clips assumono forme con volute, a cartiglio, e i braccialetti, a sezioni simmetriche, assomigliano a tracce lasciate dai cingoli o a scale mobili.
Caratteristici sono i collier sottili, composti da catenelle d’oro , ravvivati da motivi floreali , spesso anche abbinati a orecchini a clip.
Questo stile rimase di moda a lungo anche negli anni ’50.